Guida alla coltivazione del peperoncino in vaso, all'aperto e in casa con le tecniche indoor
Coltivare le piante di peperoncino non è una banalità, perché – se da un lato – riescono ad attecchire con rapidità, dall’altro richiedono una costante cura. Naturalmente, molto dipende anche dalla varietà del peperoncino, dall’ambiente in cui si trovano le piante, ma a fare la differenza è spesso proprio l’azione di chi coltiva. Anche una coltivazione casalinga, avviata e curata da un principiante, richiede cure attente e accortezze costanti.
Tra i fattori che incidono maggiormente nell’evoluzione di una coltivazione di peperoncini - come visto anche nella guida dedicata alla coltivazione dei pomodori – troviamo la temperatura, la luce, il tipo di terreno e la sua concimazione e naturalmente l’irrigazione. In particolare, la presenza di luce e di calore sono elementi fondamentali per ottenere dei peperoncini piccanti e gradevoli all’aspetto.
Prima di passare alla guida vera e propria - e affrontare dal vivo le varie fasi della coltivazione del peperoncino - occorre conoscere la distinzione tra la famiglia di peperoncini Capsicum Annuum (che maturano in due-tre mesi) e quella dei Capsicum Chinense (che hanno tempi di maturazione di circa 4 mesi). A questa seconda famiglia appartengono alcuni dei peperoncini più piccanti e conosciuti al mondo, come – ad esempio – tutte le varietà di Habanero, i Bhut Jolokia, il Naga Morich e Trinidad Moruga Scorpion.
Prima di acquistare e predisporre tutti gli istrumenti indispensabili per la coltivazione è, quindi, necessario selezionare la varietà (o le varietà) di peperoncini che interessano maggiormente.
La Temperatura
La temperatura dell’ambiente in cui viene coltivato il peperoncino è un elemento fondamentale per la crescita e la buona fruttificazione della pianta; per capirne l’importanza, basti ricordare che il contenuto dei capsaicinoidi – che determinano il livello di piccantezza del frutto finale - aumenta con l’aumentare della temperatura. Nello specifico, un peperoncino cresciuto in una zona con temperature di 29-30°C sarà più piccante di quello coltivato ad una temperatura di 23-25°C.
Nel periodo della germinazione, la temperatura ideale è tra fra i 20°C e i 30°C e - in ogni caso - è bene sapere che non dovrebbe scendere mai al di sotto dei 10-12 °C (se dovesse calare al di sotto dei 4°C le piante subirebbero danni irreversibili) e mai superare i 30°C.
Inoltre, occorre ricordare che i cambiamenti della temperatura incidono sull’aspetto finale che assumeranno i frutti: una riduzione dei gradi centigradi, infatti, contribuisce a rendere il peperoncino più allungato e a punta.
In breve, l’ambiente ideale per la crescita e la maturazione dei peperoncini è piuttosto caldo.
La Luce
Come la temperatura, anche la luce svolge un ruolo determinante per la crescita della pianta del peperoncino, proprio come avviene per la maggior parte delle piante. È bene sapere che – nella fase iniziale di germinazione – la luce non è necessaria e, anzi, sarà indispensabile predisporre un ambiente buio per facilitare il processo di maturazione del seme. La germinazione dei semi, infatti, richiede solo calore e umidità.
La luce dovrà, invece, essere presente a partire dalla fase di crescita della piantina e naturalmente anche nella fase di fioritura: una luminosità ridotta comporterà la caduta precoce dei fiori e ne ridurrà, di conseguenza, la produttività.
Il Tipo di Terreno Ideale per i Peperoncini
Il terreno ideale per la coltivazione dei peperoncini è quello che contiene oltre il 50% di sabbia e un ridotto contenuto di argilla; in linea generale l’importante è che il terreno non sia troppo compatto.
Uno degli aspetti cui prestare particolare attenzione è il possibile ristagno di acqua, che deve essere assolutamente evitato per non danneggiare la pianta.
Il terreno adatto alla coltivazione del peperoncino deve avere un pH leggermente acido, compreso tra 4.5 a 6.5 pH, e deve contenere una grande quantità di materiale organico e nutrimenti, per aumentare sia la fertilità che il drenaggio, aspetti irrinunciabili per una coltivazione in salute.
Irrigazione e Concimazione delle Piante di Peperoncino
Come anticipato sopra, la pianta del peperoncino teme lo stress idrico; occorre ricordare sempre che i ristagni d’acqua danneggiano le piante, mentre una quantità insufficiente d’acqua compromette la qualità e la quantità del raccolto. Nei casi in cui la carenza idrica si protragga nel tempo, si va incontro alla caduta di fiori e bacche, ma anche a danni irreversibili per la pianta.
Inoltre, un terreno troppo asciutto impedisce l’assorbimento del fosforo e del potassio, fondamentali per poter garantire il corretto nutrimento alla pianta. Nelle giornate in cui la temperatura è molto alta, il terriccio tenderà a seccarsi più del solito, formando una sorta di crosta in superficie, che rallenterà - o addirittura ostacolerà completamente - il passaggio dell’aria verso le radici; in questi casi raccomandiamo di rompere questo strato di terra secca, grattando e smuovendo il terriccio con una forchetta, o un bastoncino, e annaffiarlo a fine giornata, dopo il tramonto. In questo modo, garantirete alla vostra pianta una crescita regolare.
È bene sapere che l’impiego di fertilizzanti - se si coltiva con un terriccio tradizionale - non è indispensabile, ma è importantissima la concimazione iniziale, quando si fornisce alla pianta l’apporto ideale di nutrimenti per poter crescere.
Tuttavia, utilizzando dei prodotti fertilizzanti e dei booster, la pianta crescerà più velocemente e si svilupperà molto meglio rispetto alle piante cresciute senza. Nella scelta di prodotti destinati a velocizzare la crescita dei peperoncini, è opportuno optare per quelli in vendita negli store specializzati e seguire attentamente le indicazioni riportate sulla confezione.
Se invece, decidete di optare per una coltivazione indoor, come vedremo in seguito, sarà necessario garantire alla pianta il giusto apporto di nutrimenti in tutte le fasi della crescita.
Parassiti e Malattie dei Peperoncini
Come moltissime altre piante, anche quella del peperoncino soffre l’attacco di parassiti e funghi. Tra i nemici acerrimi di questa pianta troviamo, in particolare, i parassiti animali e – nello specifico – il ragnetto rosso, gli afidi e i pidocchi, che tendono a danneggiare anche le piante di pomodori e di melanzane.
Il ragnetto rosso – tecnicamente chiamato Tetranychus urticae - punge soprattutto le foglie, che – una volta attaccate - assumono il tipico color bronzo e formano una sorta di ragnatela. Questo parassita può provocare gravi danni al peperoncino; per debellarlo è fondamentale eliminare le piante già aggredite e trattare la coltivazione con prodotti ad hoc, ovvero degli acaricidi, per impedire che possa raggiungere anche altri punti della coltivazione.
Altro grande nemico delle coltivazioni di peperoncini è l’afide verde, che attacca le foglie pungendole e sottraendo loro linfa vitale; le foglie aggredite ingialliscono progressivamente e tendono ad arricciarsi.
Per combattere gli afidi è possibile utilizzare le coccinelle, che si nutrono di afidi. Per attivare il meccanismo e fare in modo che le coccinelle vengano attratte, è possibile destinare una piccola area (attigua ai peperoncini) alla coltivazione del finocchio, oppure carote o tarassaco, piante di cui le coccinelle sono golose.
In alternativa, è possibile trattare le piante affette con il sapone di Marsiglia, che ha un profumo particolarmente sgradevole per gli afidi: occorre diluire una manciata di sapone in 10 litri di acqua e nebulizzarlo direttamente sulle piante.
Un’altra soluzione per combattere in maniera naturale insetti, crittogame e zanzare, nemici che attaccano comunemente le piante di peperoncini è l’olio di Neem, un repellente molto utile, efficace, facile da applicare e non nocivo per l’uomo.
Per trattare le piante di peperoncino con l’olio di Neem è sufficiente diluirlo e spruzzarlo nell’acqua stagnante presente nei sottovasi (ma anche nelle grondaie, nei vasi di acqua con i fiori, nei contenitori che ospitano acqua, ecc) per impedire alle larve delle zanzare di svilupparsi e trasformarsi in fastidiosi insetti. La quantità ideale da erogare è solitamente di 20 grammi ogni 10 litri di acqua.
Tra le criticità che potrebbero creare danni, ricordiamo anche lo Pseudomonas Solanacearum, un batterio che – una volta colpita la pianta – provoca ingiallimento e necrosi sui bordi delle foglie e la nascita di radici avventizie sul fusto della pianta. Per combattere ed eliminare questo pericoloso batterio, occorre trattare la coltivazione con dei prodotti a base di rame.
Tra i funghi più comuni sulle piante di peperoncino vale la pena menzionare sicuramente il Phytophtora Capsici (fitoftora o cancrena pedale): è decisamente molto pericoloso, soprattutto perché può colpire qualsiasi punto della pianta (in particolare il colletto e le radici) e in qualsiasi momento della sua crescita. Si manifesta con delle piccole macchie di color verde chiaro, che tendono ad ingrandirsi e a scurirsi progressivamente, fino a somigliare alla muffa. Per prevenire questo fungo è opportuno fare molta attenzione ai ristagni di acqua e al corretto drenaggio del terreno, mentre – una volta sopraggiunto – occorre debellarlo con dei fungicidi appositi.
Un altro fungo molto comune è il Verticillium Dahliae (verticillosi), che aggredisce sia le radici, sia il fusto, provocandone l’occlusione e impedendo il passaggio della linfa vitale. Questo comporta la morte progressiva della pianta e l’infezione del terreno circostante. Questo fungo, infatti, sopravvive nel terreno per diversi anni e per essere sicuri di debellarlo è fondamentale sterilizzarlo.
Anche in questo caso, è fondamentale evitare i ristagni di acqua, assicurare alla coltivazione una corretta areazione (nei casi in cui le piante si trovino indoor o in serra) ed eliminare definitivamente le piante già colpite.
Il Fusarium vasinfectum e il Fusarium solani sono funghi molto aggressivi e pericolosi: le piante attaccate svilupperanno un fusto debole e di dimensioni ridotte, mentre la radice principale svilupperà poche e deboli radichette. Le foglie della pianta saranno soggette a necrosi, mentre i frutti cresceranno, ma resteranno piccoli e con forme irregolari. In questi casi, le cure sono piuttosto inefficaci, pertanto vale la pena monitorare costantemente la coltivazione per evitare che questi nemici sopraggiungano.
La semina e la germinazione
In linea generale, in Italia, il momento consigliato per iniziare la semina del peperoncino è quello successivo al grande freddo invernale. Generalmente, il periodo adatto per effettuare questa attività è quello compreso tra marzo e maggio, a seconda della zona in cui vivete (al nord il momento per partire è maggio, a sud sarà probabilmente già a marzo). L’importante è che le temperature minime non scendono mai al di sotto dei 15 gradi. La raccomandazione – affinché la semina avvenga correttamente e con esito positivo – è allestire uno spazio in casa che abbia tutte le caratteristiche per ospitare la germinazione dei semi.
Per chi decide di coltivare i peperoncini per la prima volta – o non ha comunque grande esperienza nel settore – è possibile seguire alcuni semplici passaggi, illustrati qui di seguito fase dopo fase, in modo da ridurre al minimo il margine di errori. Per prima cosa, occorre procurarsi un contenitore alveolato (o semenzaio in plastica) da 40-50 alveoli, terriccio di qualità, sabbia, torba, acqua e una zona ben illuminata della casa.
Una volta procurato il necessario, occorre riempire i singoli scomparti del semenzaio con un po’ del terriccio a base di terra leggera e torba, inserire due semi per ogni alveolo, avendo l’accortezza di interrarlo con delicatezza ad un centimetro di profondità, e appoggiare il semenzaio sul davanzale sopra al termosifone, o comunque in un luogo della casa ben caldo (ma non alla luce diretta).
Se vi trovate in una zona piuttosto fredda, per aumentare il calore fornito ai semi e alle piantine, potete coprire il semenzaio con un telo leggero (consigliabile un foglio di carta-stoffa) che potrà rimanere anche dopo la germinazione. La temperatura ideale per la germinazione dei semi del peperoncino oscilla tra i 20°C e i 30°C: è bene non farla scendere mai al di sotto dei 20 gradi, perché – in questo caso – il processo richiederà più tempo.
Il consiglio è di innaffiare ogni 3-4 giorni utilizzando uno spruzzino, così da assicurarsi che il seme non si sposti dal punto in cui è stato collocato ed evitare che la quantità di acqua sia eccessiva. Inoltre, è importante accertarsi che l’acqua erogata non sia fredda (non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 20 gradi centigradi), perché rallenterebbe il processo di maturazione dei semi.
Con il calore e l’irrigazione costante, dopo qualche giorno, i semi germineranno e - dopo due mesi circa – quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di 10 centimetri circa - potrete trasferirle in contenitori più grandi o direttamente in giardino.
Il Metodo Scottex
Una delle tecniche più diffuse e raccomandate per far germinare i semi è quella del metodo Scottex, consigliata soprattutto a coloro che si cimentano per la prima volta in questo tipo di coltivazione, o che abitano in zone dai climi rigidi. Tuttavia, questa tecnica è perfetta anche per accelerare i tempi della coltivazione dei peperoncini appartenenti alla famiglia dei Capsicum Chinense - come gli Habanero, il Naga Morich e il Trinidad Moruga Scorpion - la cui maturazione richiede un periodo piuttosto lungo.
Per far germogliare i semi di peperoncino con il metodo Scottex, occorre disporli tra due fogli di carta da cucina inumidita (o sottili strati di cotone) e sistemarli in una vaschetta di plastica chiusa con il coperchio, che dovrà essere forato in modo da garantire la giusta areazione. Un piccolo trucco per poter velocizzare il processo consiste nell’inumidire lo Scottex (o il cotone) con la camomilla (aggiunta all’acqua).
Poiché gli errori sono sempre in agguato, è consigliabile acquistare una maggiore quantità di semi rispetto a quella realmente necessaria; in questo modo, qualora ci siano imprevisti, potete ritentare daccapo correggendo ciò che è andato storto. In questa prima fase di crescita molto delicata, i germogli sono molto sensibili e risentono in modo determinante sia dell’eventuale carenza di acqua, sia dell’eventuale carenza calore. In effetti, più la temperatura sarà alta, minore sarà il tempo di attesa per la germinazione.
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Dopo alcuni giorni, inizierete a vedere delle piccole gocce di acqua sul fondo del contenitore: la presenza dell’umidità è fondamentale affinché tutto vada a buon fine. Se, al contrario, il foglio di scottex dovesse asciugarsi troppo, inumiditelo usando un contenitore contagocce, in modo da bagnare la carta e possibilmente anche i semi: ammorbidire la cuticola del seme faciliterà il processo di germinazione.
Se la temperatura dell’ambiente sarà compresa tra i 20 e i 30 gradi, in una settimana riuscirete a vedere i primi segni della germinazione; in caso contrario ci vorrà qualche giorno in più.
Trascorsi 7-15 giorni circa (il numero di giorni effettivi dipende molto dalla temperatura dell’ambiente, ma anche dalla varietà di peperoncino che avete scelto di coltivare), saranno spuntate delle piccole radichette di colore bianco. A questo punto, attendete ancora qualche giorno, in modo da farle attecchire bene sullo Scottex, poi – quando il germoglio sarà forte tanto da sostenersi da solo - potete procedere alla rimozione della carta. Questa operazione è estremamente delicata e occorre farla con grande attenzione per non danneggiare le radici. Per evitare di rovinarle, è possibile aiutarsi con un bastoncino di legno, in modo da toccare soltanto la carta, senza il rischio di interferire con le parti più delicate della pianta.
Come anticipato, la temperatura è uno degli elementi chiave per poter ottenere la germinazione del seme e garantire alla pianta di peperoncino di crescere in salute.
E allora, come ottenere un tepore costante di almeno 20 gradi centigradi?
Ci sono naturalmente diverse soluzioni, ma alcune rischiano di costare davvero troppo e sprecare energia inutilmente.
Ad esempio, un metodo possibile è tenere accesi i termosifoni (o i climatizzatori) per tutto il tempo necessario, in modo da mantenere costantemente la temperatura minima dell’ambiente e consentire la germinazione, ma – come si può immaginare – richiederebbe delle spese piuttosto alte; un altro sistema è costruire una lightbox da soli, ma il rischio è di creare un contenitore che non sia in grado comunque di garantire le condizioni ideali per la germinazione.
L’ideale, per avere la garanzia di funzionamento senza spendere un patrimonio, è acquistare una piccola serra con un tappetino riscaldante: una soluzione perfetta che manterrà la temperatura e livelli di umidità ideali per consentire la germinazione. Con questo strumento, basterà soltanto attivare il funzionamento della serretta, inserendo la spina nella presa di corrente, e monitorare la temperatura interna ogni tanto.
Una volta avvenuta la germinazione, potete trasferire il seme germogliato all’interno di un vasetto – o un altro tipo di contenitore – aggiungendo del terriccio di qualità. Sistematelo in un punto ben illuminato (altrimenti la piantina tenderà ad indebolirsi) a patto che non riceva luce diretta (perché in questo periodo delicato potrebbe bruciare la piantina) e accertatevi che il terriccio sia sempre umido.
Coltivare i Peperoncini in Vaso
Quando la piantina avrà raggiunto circa 10 centimetri di altezza, e sarà quindi ben formata e forte, potete trasferirla in un vaso più grande ed esporla così alla luce diretta del sole. Fortunatamente, le piante di peperoncino non hanno bisogno di grandi spazi per crescere in salute, quindi sarà sufficiente un angolo del balcone o del terrazzo.
Per poter effettuare questa operazione nel modo corretto – evitando di danneggiare le pianta o comportare criticità in seguito – è opportuno selezionare con cura il tipo di vaso, ricordando sempre che una pianta alta 15-20 centimetri ha bisogno di un contenitore che abbia un diametro di circa 15 centimetri, mentre le piante che arrivano a 50-60 centimetri hanno bisogno di un vaso largo circa 20-25 centimetri.
Una volta scelto il contenitore più adatto all’altezza della pianta, sistemate sul fondo un sottile strato di argilla espansa o ghiaia (in modo da prevedere un sistema di drenaggio efficace che impedisca il ristagno di acqua e la formazione di pericolose muffe), quindi aggiungete del terriccio universale già concimato e addizionatelo con del concime liquido ad alto contenuto di azoto. Fatto questo, inumidite il terriccio presente nel vaso in cui si trova la vostra piantina (in modo da agevolare la rimozione dal vecchio contenitore) e con l’aiuto di un coltellino tirate via delicatamente la piantina, capovolgendo il vasetto in cui è contenuta.
In questo passaggio è importante muovere delicatamente le radici affinché si stacchino e si liberino dal terriccio in cui sono cresciute: in questo modo, la pianta potrà crescere veloce e in salute. Poi, riempite il nuovo vaso con della terra, lasciando un buco abbastanza grande da poter ospitare il blocco con tutte le radici, e poi tamponate leggermente per consentire alla piantina di aderire meglio al nuovo vaso.
A questo punto non resta che:
sistemare i vasi in zone ben illuminate, in modo da garantire una crescita corretta e in salute della pianta;
fertilizzare con concimi liquidi (è consigliabile passare del concime una volta ogni 15 giorni, seguendo le dosi indicate sulla confezione);
annaffiare con regolarità e accertarsi che il terreno sia sempre umido, evitando di irrigare nelle ore di luce diretta (raccomandiamo sempre la mattina presto o la sera dopo il tramonto).
Ricordate anche che può essere utile inserire dei piccoli sassi all’interno dei sottovasi, in modo da aiutare il drenaggio; in ogni caso controllateli spesso e svuotateli se tendono a riempirsi troppo di acqua.
Seguiti questi passi, la piantina tenderà a crescere forte e sana, ma per curarla al meglio e ottenere i migliori risultati, è opportuno seguire alcune importanti accortezze.
Durante il periodo di crescita la piantina renderà a prendere la forma di una Y: per alleggerirla e garantire una migliore fruttificazione, potete eliminare i rametti che crescono alla base (e tendono ad indebolirla inutilmente) lasciando però un centimetro del rametto.
Quando i frutti avranno raggiunto delle dimensioni soddisfacenti, è possibile raccoglierli e ripetere l’operazione (con delicatezza) ogni 8-10 giorni, utilizzando delle forbici.
Il momento ideale per raccoglierli è la mattina presto o la sera, ma è importante evitare di annaffiare nelle precedenti 48 ore. Occorre sapere, infatti, che diminuire la quantità di acqua nelle ore precedenti alla raccolta significa aumentare l'effetto piccante del frutto.
Come far sopravvivere i Peperoncini all'inverno
Il peperoncino è una di quelle piante che è possibile ricoverare e proteggere al chiuso e al caldo durante la stagione più fredda, per poi ricollocarla all’esterno in primavera, quando ricomincerà a germogliare nuovamente.
Per proteggere le piante in modo adeguato, quando le temperature inizieranno a scendere sotto ai 15 gradi, occorrerà spostare i vasi in un luogo chiuso e irrigare la pianta periodicamente, specie quando il suo terriccio tenderà a seccarsi. Inoltre, è possibile potarla prima che arrivi la primavera, accorciando i rami con delle forbici: per un lavoro corretto, consigliamo di tagliare a metà della loro lunghezza, poco sopra al nodo. Occorre comunque ricordare che questa operazione non è fondamentale e – qualora decidiate di non metterla in pratica - non mette in alcun modo a rischio la salute della pianta.
Una volta aumentata la temperatura, è possibile ricollocare le piante all’esterno, dove riprenderanno a generare i loro preziosi frutti.
Come Coltivare l'Habanero
Chi coltiva peperoncini e ha la passione per i cibi speziati, non può non cimentarsi nella coltivazione di uno dei frutti più piccanti, famosi e utilizzati al mondo: l’Habanero. I peperoncini della famiglia Habanero sono di piccole dimensioni, mentre il loro colore può essere verde o rosso. Nella scala di Scoville (che misura la quantità di capseicina) il loro grado di piccantezza oscilla tra i 100.000 e i 445.000.
L’Habanero è il re indiscusso e l’immancabile protagonista di tantissime ricette di salse e pietanze internazionali e – come tutte le tipologie di peperoncini – per crescere ha bisogno di sole, temperature calde e un terreno irrigato e ben drenato.
Le piante di peperoncino Habanero – che crescono a cespugli - presentano foglie di forma ovale e di un colore verde brillante. Rispetto ad altre famiglie di peperoncini, la fase di crescita è più lunga e richiede, quindi, più pazienza.
Prima di trasferire le piante di peperoncino Habanero in vaso, è raccomandato aggiungere nel terreno una grande quantità di materiale organico per aumentarne la fertilità e agevolarne il drenaggio. Con la giusta cura, le piante produrranno frutti leggermente curvi, verdi o rossi, pieni di semi e ricoperti da una pellicola molto lucida.
Per fornire qualche consiglio specifico per la coltivazione di questo particolare tipo di peperoncino, occorre ricordare che i semi di questa pianta sono piuttosto piccoli ed è, quindi, fondamentale maneggiarli con cura nel momento in cui vengono sistemati nel loro terriccio. Naturalmente, proprio come per tutti gli altri tipi di peperoncino, i semi dovranno germinare al chiuso e al caldo e le piantine dovranno avere almeno sei foglie ben mature prima di poter essere trasferite all’esterno, dove la temperatura non dovrà mai scendere sotto ai 20 gradi.
Per mantenere alta la temperatura anche nelle ore notturne, è possibile sistemare sul terreno, attorno alle piantine, dei teli di plastica in modo da coprire il suolo (pacciamanatura) e proteggere le piantine.
Questa accortezza contribuirà anche alla riduzione delle erbe infestanti, a mantenere il tepore più a lungo e – allo stesso tempo – conservare l’acqua impedendone l’evaporazione.
Il peperoncino Habanero può essere fertilizzato – con un quarto di cucchiaio di azoto per pianta – a partire dalla sesta settimana di vita: occorre applicarlo con cautela, a circa 15 centimetri di distanza dalle piante, e mescolarlo accuratamente al terriccio. Inoltre, occorre controllare regolarmente l’eventuale presenza di insetti, che possono essere rimossi semplicemente con un sapone insetticida. La nascita di muffe, invece, può essere evitata tenendo sotto controllo la frequenza di irrigazione, evitando di innaffiarli troppo frequentemente.
Come Coltivare il Peperoncino Jalapeno
Il peperoncino Jalapeno è uno dei più conosciuti e utilizzati al mondo per via del suo grado di piccantezza relativamente moderato, che incontra il gusto di coloro che amano le spezie senza esagerazioni. Questa famiglia di peperoncino appartiene al tipo Capsicum Annuum e proviene dal Messico, nello specifico da Xalapa, città che si trova a poca distanza da Veracruz.
I frutti prodotti dalla pianta di peperoncino Jalapeno sono di forma conica e allungata, possono essere verdi o rossi, la loro lunghezza può oscillare tra i 4 e i 10 centimetri e la larghezza può variare da 2 a 4 centimetri. Le piantine non crescono molto in altezza (solitamente non superano i 55 centimetri) e per questo possono essere coltivate sia nell’orto sia in grandi vasi; l’importante – come sempre – è proteggerle sia dal vento che dal freddo.
Per piantare il peperoncino Jalapeno basta sistemare i semi in un vaso (2 o 3 semi) e ricoprirli con un po’ di terriccio – proprio come avviene per tutti gli altri tipi di peperoncino – e collocarli in un posto ricco di umidità. In questa fase non c’è bisogno di luce (anzi questa pianta all’inizio predilige il buio), né necessità di irrigazioni, cosa che invece sarà indispensabile fare nella fase di crescita. Il vantaggio di questi peperoncini messicani è la capacità di adattarsi facilmente al clima e questo rende la loro coltivazione piuttosto facile e sostanzialmente alla portata di tutti.
Una volta spuntati i germogli, il vaso può essere spostato su uno scaffale, in un luogo illuminato ma senza luce diretta, mentre quando le piantine avranno almeno due foglie, potete trasferire i germogli in un contenitore più capiente in modo da consentirne la crescita.
L’irrigazione deve avvenire almeno una volta a settimana, mentre la raccolta avviene dopo circa 90 giorni, quando i peperoncini saranno di colore verde. Se, invece, si preferisce un grado di piccantezza inferiore, basta lasciarli maturare ulteriormente fino a quando non saranno diventati rossi.
Come Coltivare il Carolina Reaper
Per coltivare il peperoncino Carolina Reaper occorre seguire le stesse raccomandazioni già elencate sopra per tutte le altre tipologie. A differenza di altri tipi di peperoncino, il Carolina Reaper ha bisogno di solo 7-8 giorni per la germinazione, dal momento in cui vengono collocati i semi nel semenzaio o nei vasetti, mentre - per trasferirli in un contenitore più grande - occorrerà attendere 50-60 giorni. Tuttavia, questo fattore è – come già visto precedentemente - strettamente dipendente dal clima e dall’area geografica in cui vengono piantati i peperoncini.
Il Carolina Reaper cresce in salute anche in vaso, l’importante è – come sempre – mantenere il substrato ricco di sostanze organiche, accertandovi che la temperatura non scenda mai al di sotto dei 20 gradi. Nella fase di crescita, la pianta di Carolina Reaper – come la maggior parte dei peperoncini - richiede un fertilizzante ad alto contenuto di azoto, da somministrare ogni quindici giorni, sempre seguendo le indicazioni e le dosi riportate sulla confezione.
Nella fase di fioritura e fruttificazione, invece, è consigliabile irrigare una volta a settimana con il fertilizzante e una volta ogni quindici giorni con acqua semplice.